Forse ancora qualcuno non sa qual è il metodo migliore per aprire e pulire un melone, pronto per essere consumato. GialloZafferano, un noto blog di cucina, ha aperto il suo canale su Youtube e parte dalle basi: “COME PULIRE UN MELONE”.
Come produttori di meloni dal 1979, non siamo d’accordo che la garanzia di bontà di un melone si possa ricondurre all’assenza di macchie o ammaccature sulla buccia… ma su cosa renda buono un melone approfondiremo in un prossimo post!
I miei giorni son fette di melone
profumato di vita
grazie a te
i frutti si protendono verso la mia mano
come se fossi il sole
grazie a te
grazie a te
succhierò solo il miele della speranza
anche le mie serate più solitarie sorridono
come un tappeto d’Anatolia
appeso sulla parete
grazie a te
al termine della mia strada che non entra in città
mi sono riposato in un giardino di rose
grazie a te
grazie a te
non lascio entrare la morte vestita di veli molli
che bussa alla mia porta cantando le sue canzoni
e invitandomi al gran riposo
Fonte: Poesie d’Amore edizioni Oscar Mondadori 2002
L’Azienda Ortofrutticola NADALINI, che dal 2011 promuove questo blog per far conoscere tutti gli aspetti della cultura del melone, ha pubblicato una serie di tre ricettari a base di melone:
Le tre versioni dei menù a base di melone
– FAST: menù leggero, facile e veloce, da preparare all’ultimo momento per cene e stuzzichini in compagnia.– CLASSIC: menù tradizionale con le ricette classiche dei territori dove il melone si coltiva da sempre.
– EXOTIC: menù originale ed elaborato per ottenere gusti insoliti. Realizzato con ingredienti esotici, dà un tocco di novità ai nostri convivi.
Le ricette del menù CLASSIC proposte sono:
– Antipasto: SPIEDINI DI MELONE
– Primo: RISOTTO AL MELONE
– Secondo: POLLO AL MELONE
– Contorno: CAVOLFIORE GRATINATO AL MELONE
– Dolce: MELONE AL PORTO
Per avere una copia cartacea basta scrivere all’indirizzo email: info@meloninadalini.com
Melone GIUSTO – tipologia Long Shelf Life (semente della ditta SEMINIS)
Questo melone è davvero anticonvenzionale. Inverte tutti i luoghi comuni sull’immaginario tradizionale del melone retato italiano: infatti…
Annusalo: inutile farlo, non profuma.
Guardalo: la buccia è verde ed è tutto retato, senza il segno della fetta.
Toccalo: molto duro e consistente.
Eppure DENTRO…la polpa è morbida, il sapore zuccherino e taglia una fetta molto grande in quanto ha la buccia sottile.
Praticamente, fuori ha come uno scudo che difende la sua bontà interna!
Bisogna solo conoscerlo per saperlo riconoscere.
Una foto della produzione NADALINI
C’è sempre qualcuno che mette a confronto il melone con l’anguria: probabilmente per il fatto di essere entrambi frutti estivi che si desidera consumare quando fa molto caldo e abbiamo molta sete…
in questo caso, Henri Bernardin de Saint-Pierre scrittore e botanico francese vissuto a cavallo tra 1700 e 1800, suddivide la frutta in base alla grandezza che induce a un consumo individuale oppure collettivo:
Il melone è stato suddiviso in fette dalla natura per essere consumato in famiglia; il cocomero, essendo più grosso, può essere condiviso coi vicini.
Opera: Étude de la nature nella quale emerge un approccio antropocentrico alle creazioni della natura, che sembra finalizzare le sue creazioni per la soddisfazione delle esigenze dell’uomo.
Stralcio originale:
« Il n’y a pas moins de convenance dans les formes et les grosseurs des fruits. Il y en a beaucoup qui sont taillés pour la bouche de l’homme, comme les cerises et les prunes ; d’autres pour sa main, comme les poires et les pommes ; d’autres beaucoup plus gros comme les melons, sont divisés par côtes et semblent destinés à être mangés en famille : il y en a même aux Indes, comme le jacq, et chez nous, la citrouille qu’on pourrait partager avec ses voisins. La nature paraît avoir suivi les mêmes proportions dans les diverses grosseurs des fruits destinés à nourrir l’homme, que dans la grandeur des feuilles qui devaient lui donner de l’ombre dans les pays chauds ; car elle y en a taillé pour abriter une seule personne, une famille entière, et tous les habitants du même hameau. »
(Études de la nature, ch. XI, sec. Harmonies végétales des plantes avec l’homme, 1784).
Anche se il melone che era diffuso nell’antichità è molto diverso da quello che siamo abituati a vedere oggi, molti artisti l’hanno raffigurato come soggetto di nature morte o scene rurali.
Molto famoso è questo Mangiatori di uva e meloni di Bartolomé Esteban Murillo (1650. Oil on canvas) conservato nell’Alte Pinakothek a Monaco, Germania. Questo pittore ha dipinto a Siviglia nel XVII secolo, all’epoca importante centro commerciale che apriva il suo porto fluviale per l’entrata di mercanzie da tutto il mondo, ma che dall’altro lato era stata dilaniata dalla peste e da un forte terremoto. La situazione sociale non era quindi rosea per tutti, e i bambini sono raffigurati in questa scena di vita quotidiana, sono infatti intenti con soddisfazione a mangiare la frutta appena rubata al mercato (si può cogliere dal fatto che sono in un luogo scuro, nascosti, e intenti a mangiare con voracità). Un bambino mangia gli acini di uva nera e l’altro ha tagliato un melone a polpa bianca, tipologia tipicamente spagnola.
I mangiatori di Meloni di Bartolomé Esteban Murrillo
Da vedere è molto più simile alla zucca ma questo melone è una vecchia varietà locale della Provincia di Mantova, buonissima come gusto ma purtroppo molto delicata dal punto di vista della conservazione.
Oggi i semi si possono trovare sempre presso le associazioni che tutelano la biodiversità – vedi CIVILTA’ CONTADINA.
Melone Zatta - antica varietà di melone
Trascrizione della trasmissione del canale radio della Regione Emilia Romagna.
L’arte di mangiare bene – Pellegrino Artusi
Intanto Artusi, ben oltre un secolo fa caldeggiava come antipasto un piatto che è molto diffuso e molto di moda tuttora, il prosciutto col melone. Sentite un po’ cosa scrive il nostro gastronomo in testa al suo menù di Agosto dove propone appunto questo piatto come antipasto:Popone col prosciutto e vino generoso perché giusta il proverbio:
Quando sole est in leone
Pone muliem in cantone
Bibe vinum cum sifone.Popone sta naturalmente per melone, forse non tutti i nostri ascoltatori sanno che Pellegrino Artusi, nato e cresciuto a Forlimpopoli si trasferì giovincello a Firenze dove poi consumò la sua lunga vita e appunto in Toscana il melone viene chiamato popone.
(Source: Pellegrino Artusi e il popone)
Copertina della prima edizione Giunti di Pellegrino Artusi
Mio cugino abita in provincia di Varese ed è un appassionato di piante: ha un vero pollice verde.
Quest’estate ha portato a casa alcuni nostri meloni Mantovani di alta qualità e ha provato a seminare in un vaso qualche seme di melone…beh è riuscito alla fine ad avere questo piccolo meloncino ed era pure buono!
Vero è che coltivare un melone è una cosa abbastanza complessa se non si usa un buon terriccio di partenza… prossimamente approfondiremo in un post dedicato la questione!
Ci sono alcune storie che non possiamo ignorare. Difficile per l’agricoltura sopravvivere alla globalizzazione, un po’ di sana nostalgia è dovuta.
Lo scrittore di un altro blog racconta questa storia ambientata in Puglia nei nostri giorni.
Il mondo dei meloni NADALINI 